Antropologia e psicologia antica
e moderna del cioccolato
quarta parte

Noi divoriamo tutto in fretta: i cibi (pensiamo ai panini mangiati velocemente durante l'intervallo di colazione), ma anche mode, miti, personaggi, emozioni e scoperte.

Il cioccolato invece ha sempre, nella sua storia, richiesto tempo. L'infuso veniva degustato lentamente data l'alta temperatura, lasciando così il tempo alla chiacchiera o alla riflessione; il cioccolato si scioglieva a poco a poco in bocca, sprigionando così tutto il suo delizioso sapore. Per noi anche il masticare è penosa perdita di tempo. La nostra moderna mente affamata ha la tendenza a fuggire in avanti verso il momento successivo.

Nel processo del mangiare possiamo riconoscere quel desiderio di "avere di più, avere ancora", che è costante nella nostra vita. Ecco spiegato il successo delle creme di cioccolato contenute in vasi capaci, che si presentano così invitanti da essere aperti sempre più frequentemente in una compulsione, che toglie qualunque molecola di piacere. Ne mangiamo sempre di più e allora ne derivano i danni, perché, come ancora afferma Ippocrate, "è la quantità che fa il veleno". Il male quindi non è nella sostanza ma nella facile esauribilità dei piaceri che contraddistingue la nostra epoca.

Il cioccolato è quindi, a mio avviso, assolutamente innocente. Non solo: esso è più che innocente, dato che tutta la sua lunga storia lo qualifica quale benefattore dell'umanità, che trova in esso sollievo (oggi dimostrato anche dalla biochimica) alla fatica di esistere. Piacere semplice, potreste dire, ma con Oscar Wilde (insuperabile maestro della battuta) sosteniamo che "i piaceri semplici e naturali sono l'ultimo rifugio degli uomini complessi".

Desidero concludere questa mia testimonianza a favore di questo alimento con alcune parole di Flaubert: "Lo si schiaccio dolcemente tra lingua e palato, lentamente comincia a sciogliersi, bagna il palato e sfiora le tonsille, penetra nell'esofago accogliente e, infine, si depone nello stomaco, che ride di folle contentezza.


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