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IL CIOCCOLATO CHE COMBATTE LA DEPRESSIONE
a cura di Daniela Filippone - Dietista in Chieti


Che la cioccolata sia un valido aiuto nei momenti di tristezza e depressione fa parte dell'esperienza comune , ma il suo valore antidepressivo è assolutamente reale ed è legato a tre specifiche attività.

Anzitutto la cioccolata agisce da catalizzatore , facilitando la produzione di endorfine, un gruppo di oppioidi prodotti naturalmente dal cervello, con un'azione simile a quella della morfina , stimolando le sensazioni di euforia e attenuando il dolore. Va aggiunto che la cioccolata contiene una certa quantità di feniletilamina ( PEA , 1 mg ogni etto ), che fa parte delle sostanze cosiddette simil - lisergiche, insomma, simili all'LSD.
Il nostro cervello produce naturalmente la feniletilamina in associazione con sentimenti di desiderio fisico e forse addirittura d'amore, ma può arrivarvi per via ematica dopo aver consumato una tavoletta di cioccolato.
La cioccolata diventa desiderabile e a volte indispensabile nei momenti difficili della giornata a causa della sua associazione con la serotonina , uno dei principali neurotrasmettitori , che svolge un'azione inibitoria e tranquillizzante ,tanto che una sua diminuzione è messa in relazione con l'aumento di aggressività e tendenza al suicidio .

Uno studio recente ha messo in evidenza la presenza nel cioccolato del tetraidrocannabinolo (THC) che è un principio attivo della marihuana.
Anche il tetraidrocannabinolo avrebbe un suo equivalente naturale nel nostro cervello, l'anandamide , neurotrasmettitore collegato a forti sensazioni di benessere, picchi di euforia e alterazione della cognizione del tempo. L'anandamide viene metabolizzata molto velocemente e con la sua scomparsa vengono meno anche euforia e benessere.
Nella cioccolata sono stati individuati due componenti capaci di ritardare la dissoluzione del neurotrasmettitore , prolungando in tal modo le sensazioni piacevoli che derivano dalla sua produzione naturale nel nostro organismo.

La cioccolata quindi non soltanto è in grado di indurre piacere per la presenza dell'anandamide , ma riesce a protrarlo facendo perdurare lo stato di benessere e di soddisfazione.
Le preoccupazioni espresse da alcuni ricercatori e pubblicate in una ricerca sulla rivista Nature nel 1996 di una possibile dipendenza nell'assunzione del cacao per la presenza dell'anandamide è stata superata da successive ricerche che hanno dimostrato che le quantità presenti nel cacao non sono in grado di provocare nei mammiferi effetti cannabinoide - simili. Infatti le concentrazioni di questa sostanza nella cioccolata sono bassissime : per ottenere un effetto psicotropo sarebbe necessario ingerire l'anandamide in concentrazione 100 mila volte superiore rispetto a quella contenuta nella cioccolata .

il CIOCCOLATO...