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Cioccolato e piacere di Giuseppe Nisticò


"Cioccolato e Piacere" è il nuovo libro, a cura di Giuseppe Nisticò, a cui hanno collaborato docenti universitari italiani e inglesi e uno scrittore, Francesco Saba Sardi, e edito dalla Spirali Edizioni, che indaga sulle vicende, misteri e verità del cioccolato, uno dei cibi più apprezzati della storia.
Il libro contiene la storia del "cibo degli Dei", a partire dalle antiche civiltà Centroamericane (Aztechi, Maya e Incas) che avevano elaborato sofisticati metodi per ricavare la bevanda del cioccolato di semi del Teobroma Cacao, chiamata dalle popolazioni indigene "quachaholt" o "cacahuatl" e venarat come pianta sacra. Queste popolazioni ritenevano infatti che provenisse dall'Eden e fosse arrivata in Messico grazie al giardiniere degli dei. Importato successivamente in Europa, il cioccolato entrò dapprima all'interno delle corti regali, per poi essere consumato anche dal popolo. In seguito all'apertura delle prime cioccolaterie in Spagna (intorno al 1580) si diffuse rapidamente trovando estimatori ovunque, anche tra i grandi del tempo: Goldoni, Goethe, Proust, Sthenadl e D'Annunzio.
Oltre alla storia del cioccolato, gli autori ne esplorano anche le componenti chimiche e gli aspetti nutrizionali, evidenziandone le proprietà e indagando sulle loro correlazioni con le più moderne teorie neurofisiologiche.
Un vero e proprio percorso tra la storia, le combinazioni e i segreti di uno degli alimenti più apprezzati dall'umanità.

Intervista a dr. Saba Sardi - autore del quinto capitolo del libro

D: nel 5 paragrafo (intitolato: "Cioccolato e cacao sono da classificare tra i dolci?") del capitolo da Lei scritto, riporta alcune interessanti ricette a base di cacao, che non rientrano nella categoria del "dolce". Da alcuni anni a questa parte molti ristoranti propongono menù a tema cacao e cioccolato, dall'antipasto al dolce. Cosa ne pensa di questa nuova moda? Ha mai avuto modo di assaggiare un menù completo a tema cacao/cioccolato?

R: Non posso dire di avere assaggiato un menù completo a tema cacao/cioccolato. Ma nei decenni in cui sono stato accanito giramondo, ho assaggiato tante versioni del tema cioccolato, da potere ben dire di avere apprezzato o deprecato almeno tutte quelle indicate nel mio scritto.

D: L'Italia è un paese tradizionalmente legato al cioccolato. Grandi maestri pasticceri/cioccolatieri, eccellenti prodotti, eventi e manifestazioni che smuovono migliaia di persone. Dalla Sua analisi (paragrafo 7 - "Il cioccolato è sontuoso") risulta però che i "cioccolatinofili" italiani sono una ristretta minoranza (solo l'8,4% della popolazione, con un consumo media di circa 2 kg l'anno). Come mai secondo Lei?

R: No, ignoro il perchè di questa non-preferenza negli italiani.
Posso al più tentare un ipotesi: i cioccolatini vengono consumati con maggiore frequenza in paesi nei quali si vive più che da noi al chiuso. Riprova: punti o pochi cioccolatini nei souk turchi, marocchini, egiziani, algerini, senegalesi, maliani, sonali, yemeniti, eccetera eccetera.

D: Di recente l'azienda Ferrero ha vinto in Cina un'importante causa contro una ditta che produceva cioccolatini simili ai Rocher. Quali sono secondo Lei le misure necessarie da adottare per difendere un prodotto (il cioccolato) diventato sempre più in questi anni, a livello mondiale, uno dei simboli del made in Italy?

R: La qualità, in particolare nel campo della cioccolata, non si improvvisa. Si può tentare, e lo si fa, di imitare l'abilità dei cioccolatieri italiani.
Ma, come dimostra il caso Rocher, è per lo meno assai difficile. Non è dunque questa la più valida difesa di un prodotto italiano, che evidentemente suscita inutili invidie?

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