"Prezioso come Oro"

L'oro è noto all'umanotà da tempi antichissimi. Nelle tombe egizie che datano da venti a trenta secoli prima di Cristo, vennero trovati oggetti ornamentali elaborati con il prezioso metallo, ma non sappiamo datare in quale epoca l'uomo iniziò ad assumere questa sostanza. Secondo la farmacopea, l'oro è sempre stato considerato un rimedio contro un gran numero di malanni; nell'antichità veniva usato per preparare farmaci in quanto ritenuto ricostituente e digestivo, e da sempre è tenuto in grande considerazione dalla medicina cinese e indiana. Oggi è utilizzato nei medicamenti omeopatici per aiutare il miglior funzionamento degli organi cavi quali cuore, utero, stomaco; l'azione stimolante esercitata da una piccolissima quantità d'oro sul tessuto reticolo-endoteliale è sfruttata nella cura di alcune artropatie, mentre la sua azione antitubercolare, già osservata da R. Koch nel 1890, è stata sfruttata in passato. Circa quindici anni fa Gualtiero Marchesi propose nel suo ristorante l'ormai celebre risotto oro e zafferano: un risotto alla milanese con tanto zafferano e, come tocco finale, un sottile foglio d'oro. Partito dalla ricetta tradizionale lombarda, lo chef la trasformò in una creazione inedita, quasi pittorica, giocando sul colore giallo e sull'inserimento di un unico elemento di forte caratterizzazione come la foglia d'oro sul piatto, pur rimanendo fedele ed esaltato al massimo il sapore originario degli ingredienti. A lui il merito di aver proposto in chiave moderna quanto elaborato dai grandi cuochi del Medioevo e Rinascimento. A quell'epoca infatti, nei banchetti importanti, soprattutto in occasione di matrimoni di nobili casate o particolari festeggiamenti, torte monumentali venivano decorate con sottili lamelle d'oro e anche la selvaggina veniva posta in tavola ricoperta con il nobile metallo. Se l'artigiano era stato particolarmente bravo, il foglio era sottilissimo e aderiva perfettamente alle carni arrostite e alle torte, e quindi veniva gustato con il cibo stesso; se invece si presentava un pò troppo spesso, i commensali staccavano la decorazione che veniva lasciata nei piatti. A Milano, nel 1386, per le nozze della figlia Violante con Lionello d'Inghilterra, Galeazzo Visconti offrì un banchetto in cui gran parte delle vivande dei diciotto servizi di cucina e di credenza erano dorate. Il Corio scrisse che vennero serviti storioni ricoperti con una sottile foglia d'oro e la profusione d'oro a scopo decorativo non risparmiò quaglie, pernici, anatre, carpe, trote e neppure un vitello intero. Anche a Venezia esiste traccia di un famoso banchetto: ricorda il Sanudo come la sera del 16 novembre 1561, ad una festa in Canal Grande in onore del principe di Bisignano, furono serviti pane e ostriche ricoperti di foglia d'oro. Inoltre, sempre nella Venezia rinascimentale, la doppia funzione dell'oro come simbolo di ricchezza e come medicamento era evidente nell'uso di servire, a fine pranzo, confetti ricoperti di foglia d'oro con lo scopo di rinforzare il cuore e proteggersi dai reumatismi. L'uso dell'oro in cucina in quell'epoca divenne così diffuso che, nella Padova cinquecentesca, il consiglio cittadino arrivò a stabilire che durante i banchetti nuziali non potevano essere servite più di due portate con l'oro. Quest'abitudine di mostrare una ricchezza sfrenata rimarrà fino al Seicento. Con la rivoluzione francese l'uso dell'oro viene limitato all'abbellimento di oggetti e monili, non più posto sulle vivande, ma continua la sua valenza come terapia per la cura di alcune malattie. Da sempre simbolo di ricchezza, sfarzosità e anche vittoria, l'oro viene lavorato e ridotto in sottilissime lamine grazie alla sua notevole malleabilità. Pasticceri e cioccolatieri lo hanno usato in passato e continuano ad adoperarlo per decorare le torte importanti. Nell'immaginario colletivo l'oro rappresenta un traguardo ed è quindi visto anche come simbolo di felicità:il secolo d'oro è il periodo più glorioso nella storia di una nazione, come auspicio di buona notte si augura sogni d'oro, di una persona di grandi doti e capacità si dice che vale tanto oro quanto pesa, la frase "il mattino ha l'oro in bocca" vuole ricordare che quelle sono le ore più redditizie, mentre l'espressione "mangiar il pan d'oro" indica una vita signorile. L'oro è dunque parte del linguaggio e il suo utilizzo sta a simboleggiare preziosità. Le nozze d'oro, ossia cinquant'anni di matrimonio, sono, ad esempio, una meta importante da ricordare e festeggiare con confetti dorati, con cioccolatini che recano ben visibile la pagliuzza d'oro, o con una torta sapientemente decorata.