Alimento divino con effetti speciali
(Tratto dalla rivista Alimentazione & Consigli)

"Cocainomani e cacaomani"
Oltre che per uso commestibile, Maya e Aztechi utilizzavano i semi di cacao (detti "cacahualt" presso gli Aztechi) come moneta. Traccia dell'utilizzo originario come moneta è documentata dal fatto che ancor oggi tutte le pasticcerie del mondo cambiano la valuta locale in cioccolato, in genere a tassi parecchio sconvenienti per l'acquirente. Per la medesima ragione il ricevere come regalo cioccolatini in scatola, mantiene il valore di un gradito atto di amicizia da parte dell'ospite. Il nome Theobroma attribuito alla pianta del cacao è successivo a Maya e Aztechi, ma riflette con ogni probabilità l'utilizzo divinatorio che del cacao facevano queste popolazioni: non per niente Theobroma significa bevanda o cibo degli dei, il che, anche ammettendo la prelibatezza della cioccolata, sembra eccessivo, ma rende l'idea di ciò che determinate persone giungerebbero a fare per un cioccolatino. E' dimostrato che dosi appropriate di cioccolato ristabiliscono i livelli fisiologici di feniletilamine (o catecolamine), che si sanno andare incontro a riduzione in seguito a eventi fortemente stressanti sul piano emotivo.

"Una spiegabile sensazione di benessere"
Perchè un pezzo di cioccolato mette di buonumore?
Recenti scoperte hanno identificato la presenza nell'organismo di sostanze endogene capaci di modulare il buonumore. Una di queste è l'anandamine, un composto che si forma dall'unione dell'aminoacido, un noto componente delle membrane cellulari. E' stato dimostrato che l'anandamine va a legarsi su specifici recettori cerebrali (CB1-CB2), causando una caduta dell'eccitabilità cellulare e determinando così un senso di maggiore calma e benessere. Nella cioccolata è presente l'acido oleico, molto simile all'acido arachidonico, che legandosi alla serina forma un composto, denominato etanolamide dell'acido oleico, simile a quello fisiologico. Tale composto provoca un'azione rilassante.

"Azione farmacologica del theobroma cacao"
Cacao e cioccolato comportano dipendenza, assuefazione e sintomi di astinenza. Per quanto riguarda la farmacodinamica recettoriale, è assodato che la teobromina agisce su meccanismi che implicano mediatori chimici e recettori specifici, cosa per cui essa da luogo:
- l'assuefazione, della dipendenza e del comportamento indirizzato alla ricerca della sostanza (craving);
- astinenza.
Dunque è del tutto lecito includere cacao e derivati nelle sostanze di abuso, al pari del caffè, del tabacco, dell'alcool, degli psicofarmaci e delle droghe. Al pari delle altre sostanze d'abuso, cacao e cioccolato sono da considerare surrogati neurochimici degli stimoli gratificanti naturali: difatti molti stimoli come il cibo, l'acqua, il sesso possiedono prorietà gratificanti. La teobromina appartiene precisamente alla categoria farmacologica delle xantine metilate ed è notoriamente dotata di azione nervina, eccitante e diuretica. Di per sè cacao e cioccolato possiedono la blanda azione rilassante sulla fibra muscolare liscia. Naturalmente cacao e derivati hanno anche, come tutti i farmaci che si rispettino e come le xantine in generale, effetti indesiderati e collaterali. Eccedere nel consumo può indurre ansia, insonnia, iperacidità gastrica, mal di testa, alterazioni del ritmo cardiaco, agitazione, tremori e persino convulsioni e allucinazioni.


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