Cossano Belbo

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Regione: Piemonte
Provincia: Cuneo
Altitudine: 244 metri s.l.m.
Abitanti: 1.150
Patrono: Madonna del Carmine
Festa patronale: 16 luglio


 
Descrizione
L'antico Coxanum (244 mt. s.l.m.) vanta remote origini testimoniate da ritrovamenti di steli funerarie, necropoli e resti di selciati di vie romane. In epoca medioevale venne incluso nel Comitato di Alba ed appartenne ad Arduino il Glabro.
Pervenuto poi Bonifacio del Vasto, passò per eredità al figlio Guglielmo, Marchese di Busca, i cui discendenti, Signori di Cossano, lo conservarono anche durante le dominazioni di Asti (1277) e del Marchesato di Monferrato (1335).
Dopo il 1520, Cossano e le Langhe caddero sotto la dominazione ora degli Spagnoli ora dei Francesi. Dopo varie guerre di successione, il 28 marzo 1711 Cossano per decreto imperiale passò al Ducato di Savoia.
Da Visitare
Suggestivo punto panoramico è il Santuario della Madonna della Rovere. Esso conserva una statua lignea della Madonna, e, posta dietro l'altare, una tela del '600 raffigurante l'Annunciazione e molti ex-voto per la maggior parte opera del pittore cossanese Francesco Bo ("Cichinin"). Dello stesso artista è un affresco situato nel concentrico e raffigurante la Cossano vecchia.
Altre località come "La Langa", "Scorrone", "S. Pietro" e "San Bovo" sono interessanti dal punto di vista escursionistico. Sui crinali delle colline si ergono cappelle con affreschi ed ex-voto.
La Parrocchiale di San Giovanni Battista, costruita nel 1939 con pietra locale, è abbellita da tre affreschi del pittore Ricchetti di Piacenza e da una tela del '600 raffigurante la Crocifissione.
Vestigia romane si possono ammirare in località Casareggio (stele funeraria) ed allo Scorrone, in località Castello (resti di necropoli).
Piatti Tipici

Produzioni alimentari
salame tipico Cuneo, salame cotto Langarolo, tume caprine, amaretti, trifulin, grissini, miele.

Produzione di vini
La zona di produzione dell'Asti e del Moscato d'Asti, di cui Cossano Belbo fa parte, è ampia e ricca di sfumature. Una prima importante distinzione che si può fare all'interno di questa zona è quella tra il sistema collinare detto delle «valli alte» (essenzialmente la Valle Belbo e la Valle Tinella, comprese tra le province di Cuneo e di Asti) e quello delle «colline basse», più tipiche invece della parte alessandrina. Nel primo sistema la conformazione delle colline è più aspra e con pendenze in alcuni casi affascinanti quanto proibitive. La quota altimetrica raggiunge in molti casi i 400 metri e supera addirittura i 500 nel caso di Mango. I lati migliori sono ovviamente quelli esposti a sud, dove la vite riesce a compensare l'altitudine con il calore della buona esposizione e dove il terreno si fa più calcareo e dunque ottimale per la produzione di uve di qualità. Il sistema delle «colline basse», come dice il nome, è invece caratterizzato da quote alti-metriche più contenute (in genere tra i 160 e i 250 metri s.l.m.) e da uno sviluppo più dolce. Qui l'esposizione si fa dunque meno importante e la maturazione delle uve risulta molto più precoce (da due a tre settimane). Stando poi all'opinione del compianto Renato Ratti, grande conoscitore di queste colline e di tutta l'enologia piemontese, si possono individuare quattro sottozone principali: quella di Santo Stefano Belbo, che si estende anche a Castiglione Tinella, Camo e in parte a Mango; quella di Canelli, che comprende anche Calosso, San Marzano Oliveto e parte del Boglietto; quella del quadrilatero Calamandrana, Mombaruzzo, Castel Rocchero e Rocchetta Palafrea; e infine quella di Strevi e Cassine. Le prime due fanno parte delle «valli alte» e le altre due delle «colline basse».
Vedi anche i comuni di Canelli, Calosso, Castagnole Lanze, Mombaruzzo, Neviglie, Santo Stefano Belbo e Strevi.

Piatti tipici
tajarin, carne cruda all'albese, fritto misto alla piemontese, torta alla nocciola, bunet, mattone.



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